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30 settembre 2011 5 30 /09 /settembre /2011 17:44

031.jpgPietro Mollica, cavaliere di Vittorio Veneto,  nelle pagine del suo dattiloscritto, che, senza titubare un istante, io intitolo “ Le ricordanze “, serba un grato ricordo di Madre Veronica ( “ … mi degno di ricordare la veneranda direttrice dell’orfanotrofio Antoniano di Roccalumera, Suor Veronica del Bambino Gesù, la quale, con bontà senza limiti, spirito di persuasione e forza di volontà, contribuì per prima … “ ) .

Il dattiloscritto originale è stato, tempo addietro, donato, dal roccalumerese Angelo Cascio, al convento delle Suore Cappuccine di Roccalumera.

“ Le ricordanze “ sono un prestigioso memoriale, che, subito, s’impone all’interesse di chi legge, per la delicatezza dei sentimenti e per l’attendibilità delle affermazioni, esposte con appassionata sincerità.

Furono scritte, nel 1983, su espressa richiesta del parente alla lontana Angelo037.jpg Cascio, che, in veste di cultore di storia del paese di Roccalumera, non poteva non interessarsi anche ad alcuni aspetti della vita della roccalumerese Madre Veronica.

Nella mente di Pietro Mollica, quindi, non passò mai l’idea, parlando di Madre Veronica, di dare alla sua esposizione un tono di esagerata lode, in quanto sapeva bene che il cugino Cascio raccoglieva notizie biografiche della vita di persone insigni,che, per bontà e per dottrina, avevano, veramente e senz’ombra di dubbio, illustrato, nel buon tempo andato, Roccalumera.

Ho riletto, con religiosità, le belle pagine del cavaliere Pietro Mollica; pagine riguardanti Madre Veronica.Pietro Mollica, nel suo scritto, a volte, colora le vicende umane, circondandole di un alone di incanto e di elevatezza spirituale, che, indubbiamente, arricchisce la narrazione.E di conseguenza, nei suoi colloqui con Madre Veronica, c’è anche una lieve espressione poetica, che fa risaltare ancor di più il particolare di un fatto,e i pregi della stessa persona votata a Dio.

Del resto, quale fascino eserciterebbero sull’animo le vicende di gioie, di dolori e di speranze, se, nel descriverle, mancasse ad esse l’afflato poetico?

E, a riprova, cito solamente: “ E lei, sorridendo con tutta la sua bonarietà: Ma voi siete stato già perdonato. Non vi accorgete di essere nella casa del Signore? Non sentite la sua presenza in questo edificio? “ .

E, nelle pagine di Pietro Mollica,poeta e prode soldato, brilla, per singolare bontà d’animo e di sentimenti, la dolce e religiosa figura di Madre Veronica. Una suora che, avendo creduto in Dio, seguì alla lettera gli insegnamenti evangelici, e, quindi, fu vicina, e non soltanto a parole, alle vere esigenze anche della comunità roccalumerese:offrendo, quindi, quotidianamente, a Dio, per la conversione e la serenità delle anime, il Sangue del Salvatore, che, sotto le specie del pane e del vino,  rinnova misticamente il sacrificio del Golgota.

Suora, altresì, tenuta in grande considerazione: ( “ … iniziai dieci giorni dopo con ventisette, tra muratori, manovali, sterratori e contadini, che un giorno, dallo stesso marchese, appresi che, non solo gli operai,che lavoravano in quella azienda, erano stati raccomandati da suor Veronica, ma anch’io ero pervenuto là, per intercessione molto valida della suddetta “ ) .

E per corroborare la mia opinione sulla sincerità dei contenuti dello scritto di Pietro Mollica, mi piace anche stralciare dal testo il seguente passo:

“ Ma resta sempre il fatto che Madre Veronica, per la sua grande fede nella potenza del cielo,  per il suo spiccato altruismo e forte predisposizione a sacrificarsi per il bene del prossimo, non può essere considerata una donna comune. In lei vi è del prodigioso, che il tempo, certamente, ne manifesterà l’essenza.Dio premia le anime come la sua “.

E Pietro Mollica fu un buon profeta!

 

Dalla lettura delle pagine dello scritto di Pietro Mollica si evince anche che il sentimento religioso, guidava le azioni degli uomini di quel tempo, perché la vita quotidiana era pervasa tutta dal dominante pensiero del soprannaturale, e dalla speranza, che era autentica fede, di una vita oltre la tomba, e dall’ansia, quindi, e dal vivo desiderio di trovare la vera via che conduce all’eterna Pasqua, all’ottavo giorno che non vedrà mai il tramonto.E che le invocazioni e il continuo richiamo a Dio altro non significavano che pieno e sincero riconoscimento che Egli è il creatore di tutte le cose e, per dirla con Dante, “ dispensatore de l’universo “, per cui ogni uomo, nella paura di poter commettere azioni inique, tali da turbare la speranza della vita senza fine, nella gioia della luce divina,cercava nel suo operare di non trasgredire e calpestare i principi del messaggio evangelico, temendo, ad ogni piè sospinto, il divino giudizio.

( “ Prima di quindici giorni voi sposerete la nostra cara Carmelina Caminiti,educanda in questo istituto, e la sposerete: Prima in chiesa con il rito religioso. Dopo al municipio, con quello civile. Perché, sappia telo bene, mio diletto fratello: Dio è molto più in alto di un semplice sindaco della terra.

029.jpg… E mi inginocchiai ai suoi piedi,baciando il crocifisso che dal collo le pendeva sulla cintola…  .

Tra gli invitati vi era anche suora Agnese, che la madre superiora aveva mandato al posto suo, per conferire maggiore religiosità al nostro rito “ ) .

Madre Veronica amò la Patria. Amò l’Italia. E si onorò di essere cittadina italiana.

E, da buona cristiana, non odiò i nemici della Patria.

“ In tutti i momenti, specie sul fronte di guerra, fate come vi sarà comandato.Non fuggite la trincea, per vigliaccheria.Prestate assistenza ai vostri fratelli bisognosi di aiuto.Sparate, ma non uccidete con l’intenzione.Dio sarà sempre con voi. E così sia. Difendetevi, non nascondetevi per viltà, e non uccidete con l’intenzione ferma di uccidere.E pregate, pregate con fervore, nei momenti di pericolo, e sarete salvo “.

E, certamente, il quattro novembre 1918, raggiante di gioia, mentre recitava il rosario, Madre Veronica apprendeva il lieto annuncio della vittoria italiana nella prima guerra mondiale.

Nel mese di maggio del 1946, prima del referendum istituzionale, Madre Veronica e tutte le suore cappuccine del convento di Roccalumera, festosamente e con affetto, accolsero il re Umberto II, che, dinanzi alla chiesa di s.Antonio, volutamente, si fermò a pregare.

Lunga l’acclamazione: Viva il Re!

Molte suore piangevano per l’emozione. Il re, in uniforme militare, salutava con un cenno della mano e del capo.Fu quella, infatti, una giornata di grande gioia.

Molte persone seguirono, per un bel tratto di strada, la vettura decappottabile nella quale viaggiava, scortato dalla polizia, il re,

 

Angelo Cascio

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